I CARMELITANI
Verso il 1238 iniziarono a tornare in Europa probabilmente nei luoghi da dove erano partiti; troviamo comunità carmelitane a Cipro, Messina (1235), Aylesford e Hulne in Inghilterra (1242), Les Ayglades presso Marsiglia (1244), Pisa (1249). L’incontro con l’effervescente chiesa europea di quel tempo convinse i frati a chiedere al Papa la conferma della propria forma di vita. Nel 1247 Innocenzo IV confermò la Formula di vita, facendone così una vera e propria Regola di un Ordine Mendicante, come quelli dei francescani e dei domenicani.
La storia del Carmelo lunga ormai otto secoli è ricca di vicende e di figure sante. Dai più antichi, S. Angelo (prima metà del sec. XIII) e S. Alberto († 1307), passando per vescovi come S. Andrea Corsini († 1374) e S. Piertommaso († 1366), si giunge ai grandi mistici S. Teresa di Gesù († 1582), S. Giovanni della Croce († 1591) e S. Maria Maddalena de’ Pazzi († 1607). Più recenti S. Teresa di Gesù Bambino († 1897) e i martiri del nazismo S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein) e il B. Tito Brandsma, ambedue morti nel 1942 rispettivamente ad Auschwitz e Dachau.
L’Ordine oggi, a seguito del rinnovamento postconciliare, si definisce come una fraternità orante in mezzo al popolo. Attraverso la vita fraterna, la preghiera personale e comunitaria, il servizio multiforme al popolo di Dio, carmelitani e carmelitane cercano il volto del Dio vivo e vero; sull’esempio di Elia si rendono disponibili a realizzare il progetto divino come Maria, in un atteggiamento contemplativo, che rende possibile una forte esperienza di Dio nella vita personale e nella storia.
La Regola traccia le linee matrici della vita carmelitana nell’ossequio di Cristo secondo lo spirito dell’Ordine; meditare giorno e notte nella legge del Signore, nel silenzio e nella solitudine, perché la parola di Dio dimori abbondantemente nel cuore e nella bocca di chi la professa; praticare assiduamente la preghiera specialmente con veglie e salmi; rivestirsi delle armi spirituali; vivere in comunione fraterna, espressa nella quotidiana celebrazione dell’Eucarestia, nell’incontro capitolare dei fratelli e nella comunione dei beni; correzione fraterna e caritativa delle colpe; austerità di vita col lavoro e la mortificazione, fondata nella fede, speranza e amore; conformità della propria volontà con la volontà di Dio, ricercata nella fede con il dialogo e con il servizio del priore ai fratelli.
Caratteristiche della spiritualità del Carmelo sono pure la nota eliana, che i carmelitani hanno sviluppato trovandosi a vivere sul Carmelo, luogo delle gesta del grande profeta e la familiarità di vita spirituale con Maria, di cui il titolo di Fratelli e la prima chiesa sul monte Carmelo, a lei dedicata, sono segni eloquenti.
(Costituzioni O.Carm. n.11-12)